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San Pietro

Un’uscita verso il mondo intero dopo qualche travaglio

Il 29 giugno è la festa dei Santi Pietro e Paolo, pilastri del cristianesimo. Nel cammino della vita di entrambi non sono però mancati gli ostacoli, gli inciampi e le deviazioni. I pilastri del cristianesimo erano uomini in carne e ossa, come tutti noi. E, se erano come tutti noi, non mancavano di imperfezioni, insicurezze, sbagli…

In questo articolo ti proponiamo un itinerario attraverso le parole di Pietro, in vari momenti della sua avventura con Gesù. L’interpretazione delle parole di Paolo la lasciamo ad un altro momento. La lettura che stiamo per dare ad alcune delle frasi di Pietro è solo una ricerca dei parallelismi tra la vita di uno che è considerato santo e la vita di ciascuno di noi – se lui poteva inciampare, possiamo farlo anche noi; se lui si è rialzato e ha sperato, possiamo rialzarci e sperare anche noi.

San Pietro Ciro Cipollone

Il nostro itinerario inizia con una domanda: audace o codardo? Quale di queste due parole descrive meglio Pietro? Non c’è una risposta corretta! San Pietro aveva momenti in cui veniva fuori la sua audacia… ma anche momenti in cui questa audacia veniva coperta dal suo volersi sentire QUALCUNO. Non succede anche a noi? Ci può capitare di fare (o dichiarare) il bene, non per il bene stesso, ma perché possa essere visto dagli altri…

È Pietro che ha detto: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (cfr. Mt 16,16), ancora nella piena attività pubblica di Gesù. È Pietro che ha dichiarato: “Darò la mia vita per te, [Gesù]!” (cfr. Gv 13,37), durante l’ultima cena; è Pietro che poco dopo, alla domanda: “Non sei anche tu dei suoi discepoli?” ha risposto: “Non lo sono” (cfr. Gv 18,25)… E non c’è niente di cui stupirsi: succede anche a noi di fare delle dichiarazioni che non possono avere valore finché non vengono messe alla prova…

La grandezza di Pietro non sta nelle parole che ha detto finora… La grandezza di Pietro sta nell’episodio descritto nel vangelo di Giovanni, al capitolo 21:

È andato a pescare, non è riuscito a prendere niente. Si è fidato di uno straniero che ha consigliato di gettare le reti lì dove non aveva più senso pescare. Ha preso 153 pesci, il 154-esimo pesce lo ha trovato sul fuoco, preparato dallo straniero, Gesù. Veramente qualcuno ha avuto il tempo e la voglia di contare i pesci presi quel mattino? Alcune interpretazioni dicono che il 153 rappresenti il numero delle specie di pesce conosciute allora: se hanno pescato 153 pesci, significa che hanno pescato TUTTI i pesci. Ma forse il numero più importante in questa storia non è il 153, ma il 153 + 1 (il pesce preparato sul fuoco) = 154, perché:

154 = 77 x 2 

Ed è stato sempre Pietro a chiedere a Gesù quante volte bisogna perdonare quando qualcuno ci fa del male. Gesù ha risposto: settanta volte sette… vuol dire sempre (cfr. Mt 18,21-22)… Il 154 quindi, vuol dire: ti perdono non solo sempre, ma ti perdono “sempre sempre”…

Accettare il perdono però, non è mai automatico. Per questo Gesù ha dovuto chiedere per tre volte: “Mi ami più di costoro?”… tra questi “costoro” si trovava anche Giovanni, il discepolo che NON ha tradito. Pietro HA tradito. Poteva quindi permettersi di rispondere sì a questa domanda senza una riflessione profonda? Pietro solo dopo la terza volta ha capito che Gesù, facendo questa domanda, chiedeva una confessione che ammettesse il proprio tradimento; per questo, solo dopo la terza volta, ha risposto con tristezza: “Signore, tu sai tutto”… e poi ha aggiunto: “ti voglio bene” e con questa dichiarazione ha smesso di fidarsi delle proprie capacità (anche di amare) e ha iniziato a fidarsi delle capacità (e dell’amore) dell’ALTRO.

Ed è per questo che negli Atti degli Apostoli (al capitolo 3) Pietro ha potuto dire a uno zoppo: “Dell’argento e dell’oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, [alzati e] cammina!”. Il Santo è un uomo perdonato e, di conseguenza, libero di dare agli altri ciò che di più prezioso ha.

Scopri la scultura San Pietro di Ciro, Roberto Cipollone.