MARIA:
Sede della Sapienza, Madre di Casa
Continuiamo il nostro breve viaggio tra le caratteristiche di Maria. Oggi mettiamo sotto lente la sua sapienza e la sua semplicità.
In foto: particolare della Santa Casa di Loreto.
Maria in cucina
La sapienza è il più agile di tutti i moti (cfr. Sap 7,24).
Sicuramente c’era da sbrigarsi quando Google non aiutava con una moltitudine di ricette e quando il forno, il frigo e la lavastoviglie non facevano parte dello standard della cucina. Ma la sapienza di Maria non stava soltanto nel saper arrangiarsi senza gli strumenti e gli aiuti che conosciamo oggi. Cucinava per Dio stesso. Colazione, pranzo, cena. Cucinava probabilmente per tutta la “banda” di Gesù che spesso lo visitava. Un continuo allargare il cuore a preferenze e gusti degli altri.
E noi? Quante volte la capacità di muoverci in modo snello tra le varie esigenze delle persone con le quali abitiamo o che invitiamo a casa nostra diventa la base dell’incontro?
La sapienza c’entra quando quell’incontro riesce a trasformarsi in un’opportunità di dialogo in cui il diverso arricchisce e non disturba.
Maria in soggiorno
Nella sapienza (e quindi anche in Maria) c’è uno spirito intelligente, amante del bene, sottile, libero, senza affanni, stabile, beneficio (cfr. Sap 7,22-23).
L’accoglienza di Maria sicuramente aveva un tocco particolare… Quando si fa accoglienza ad altri è molto “facile” restare in cucina, in mezzo alle pentole, con l’ansia che TUTTO SIA BUONO. Ma ci vuole anche la parte del soggiorno, lo spazio in cui si percepisce la stabilità, la benevolenza e la sottigliezza, il RELAX di chi ospita. È importante saper cucinare e organizzare tutto. Ma è importante anche ascoltare e contribuire all’incontro.
E noi? Quante volte quell’equilibrio tra il fare e stare è difficile da raggiungere?
La sapienza c’entra quando si riesce ad uscire dalle nostre cucine per stare con chi ha bisogno del nostro orecchio o di uno sguardo di attenzione.
Maria negli spazi più intimi di casa,
quando si prende cura
di chi non sta bene
La sapienza paragonata alla luce, risulta superiore; a questa, infatti, succede la notte, ma contro la sapienza la malvagità non può prevalere (cfr. Sap 7,29-30).
Il saper stare accanto alle persone che si nascondono negli angoli più cupi della propria casa non è facile. Ci sono gli abissi che non si possono (o semplicemente non si riescono) a raccontare… E Maria questi abissi li conosceva anche dalla propria esperienza. Nel suo saper custodire le cose nel suo cuore si manifestava la sua sapienza – che non poteva essere prevalsa da nessuna malvagità.
E noi? Forse abbiamo da imparare da lei? La capacità di custodire noi stessi quando gli abissi sembrano avvolgerci e la capacità di custodire le persone più vicine a noi quando i loro abissi non gli permettono di venire alla luce…
